Un sunto del World Happiness Report 2023: come hanno misurato la felicità nel mondo

Questa settimana mi hanno fatto una domanda interessante e mi hanno chiesto: “Sappiamo che è uscito il World Happiness Report del 2023, ma è abbastanza lungo. Quali sono i suoi punti salienti?”
Partiamo definendo di cosa parla questa relazione.
Il World Happiness Report, è stato istituito dall’ONU nel 2012 e, nella stessa occasione, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò il 20 marzo come la Giornata Internazionale della Felicità.
La nascita di questa graduatoria, composta da 141 nazioni, è da attribuire all’idea sempre più diffusa che il successo di un Paese dovesse essere valutato dalla felicità della propria popolazione.
Ma come si può determinare il livello di felicità di una nazione?
Sicuramente uno dei fattori determinanti è l’economia di uno Stato ma non si tratta dell’unico parametro preso in considerazione.
Si è tenuto presente il modo in cui i governi si occupano delle fasce più deboli della popolazione, le connessioni sociali, la libertà dei cittadini e infine, l’assenza di corruzione.
Vediamo ora da vicino, il contenuto del report di quest’anno.
World Happiness Report 2023: una sintesi
Il World Happiness Report di quest’anno ha proclamato la Finlandia la nazione più felice del mondo mentre l’Afghanistan è risultato il fanalino di coda della classifica.
È interessante, a mio parere, comprendere la genesi di una graduatoria di questo tipo che è determinata dall’analisi di diversi elementi.
Nello specifico, il rapporto di quest’anno è stato redatto tenendo presente sei fattori: la crescita del PIL, l’attenzione sanitaria, il supporto sociale, la libertà, la generosità e l’assenza di corruzione.
Per poter avere un riferimento per la valutazione, le parti coinvolte hanno definito il concetto di distopia.
Il termine (contrario al concetto di utopia) indica generalmente una società immaginaria indesiderabile e, in questo caso, acquisisce il ruolo di livello minimo di felicità.
Sarebbe, infatti, indesiderabile vivere in un paese con i redditi più bassi del mondo, con l’aspettativa di vita più bassa, la generosità più bassa, la maggior corruzione, la minima libertà e il minimo sostegno sociale.
Lo scopo di stabilire la distopia è quello di avere un punto di riferimento rispetto al quale tutti i paesi possano essere confrontati favorevolmente (nessun paese ha prestazioni più scarse della distopia) in termini di ciascuna delle sei variabili chiave che adesso vedremo nello specifico.
I sei fattori chiave del World Happiness Report
1. Reddito – Crescita del PIL
Il PIL (Prodotto Interno Lordo) fornisce informazioni sulle dimensioni e sull’andamento dell’economia di un paese.
La sua crescita è un valido indicatore di sviluppo economico e delle condizioni medie economiche del paese.
Anche come individui, il reddito è considerato uno dei fattori che contribuisce ad aumentare la felicità personale, fino ad una certa soglia.
2. Salute – Attività sanitarie
L’attenzione alla salute delle persone è fondamentale per il benessere di una popolazione.
L’accesso ai servizi sanitari adeguati, la prevenzione delle malattie e la promozione della salute mentale, infatti, sono tutti fattori importanti per la felicità delle persone tanto da determinarne scelte e comportamenti.
3. Cooperazione – Supporto Sociale
Il senso di comunità permette alle persone di non sentirsi sole e avere la sensazione di poter sempre contare sul supporto degli altri.
In senso più ampio, la cooperazione accresce il rispetto reciproco, promuovendo solidarietà, armonia e, dunque, felicità.
4. Senso di libertà nel prendere le decisioni della vita
Il senso di libertà nel prendere decisioni chiave nella vita include il rispetto deii diritti umani, inerente a tutti gli esseri umani, indipendentemente da razza, sesso, nazionalità, etnia, lingua, religione o qualsiasi altro status. I diritti umani includono il diritto alla vita e alla libertà, la libertà dalla schiavitù e dalla tortura, la libertà di opinione e di espressione, il diritto al lavoro e all’istruzione e molti altri. Tutti hanno diritto a questi diritti senza discriminazioni.
5. Generosità
Con questo fattore si intende quanta beneficenza viene fatta in un paese, dai singoli e dal governo. La generosità è un fattore importante per la felicità delle persone e non solo per chi ne è oggetto ma anche per chi si dimostra generoso.
Essere in grado di aiutare gli altri e condividere la propria fortuna, infatti, è un chiaro indicatore di un senso di coinvolgimento positivo nella comunità e un modo centrale in cui gli esseri umani si connettono tra loro.
6. Assenza di corruzione
La corruzione mina la fiducia nel governo e nella società, portando a un senso di ingiustizia e disillusione, ecco perché la sua assenza è un fattore fondamentale nella valutazione della felicità.
Una governance trasparente e responsabile, infatti, favorisce la fiducia e la coesione sociale, promuovendo una maggiore felicità tra i cittadini.
World Happiness Report 2023: qualche considerazione
Dopo aver visto, in sintesi, il contenuto del World Happiness Report 2023, è importante, a parer mio, soffermarci su di un concetto che trovo affascinante, cioè la possibilità di misurare la felicità.
Siamo abituati a vedere la felicità come ad un concetto soggettivo, astratto e legato al sentire di ognuno e, invece, con il World Happiness Report si dimostra come può essere misurata e, ancora più importante, come si fa a perseguirla, non solo come singoli ma come paese.
Per esempio in Islanda, terzo paese più felice al mondo, il governo ha implementato politiche atte a far sì che non sia solo il lavoro la parte centrale della vita dei cittadini.
Ecco perché lavorano quattro giorni a settimana e meno di 8 ore al giorno.
Ecco perché hanno un modo di gestire il lavoro atto a garantire la serenità dei lavoratori.
Ecco perché hanno politiche di welfare attente a tematiche come asili nido, maternità, paternità.
E il nostro Bel Paese?
Beh, l’Italia è scesa nella classifica, arrivando al 33esimo posto, nonostante le percentuali dell’aspettativa di vita siano molto alte, al pari dei paesi ai primi posti in classifica.
Voglio concludere con una piccola riflessione.
Abbiamo detto che tra i fattori utili alla misurazione della felicità nazionale ci sono la cooperazione e la generosità, gli stessi elementi capaci di migliorare anche le nostre singole vite.
Come in un dialogo socratico al contrario, andiamo dall’universale al particolare per renderci conto che ciò che conta davvero è quel senso di comunità, capace di farci vivere felici e più a lungo.